Cagliari vecchia e Cagliari nuova – 1931

Gli occhi di un’artista su una città del futuro

“Cagliari è più complessa di quanto non appaia a prima vista…” “Essa si sente una piccola capitale”. “I suoi abitanti hanno infatti quella particolare, indefinibile psicologia che è propria delle capitali, fatta un poco d’ironia, d’indifferenza, di scettico sorriso”

Questa settimana ci fermiamo un attimo dal raccontare e rovistare in prima persona i luoghi. Abbiamo pensato di farvi leggere un breve racconto di un’artista quasi sconosciuta del Novecento che ha amato tantissimo la città di Cagliari.

Maggio del 1931, Mercede Mundula, poetessa e critica cagliaritana, rende omaggio al capoluogo sardo.

È una lucida, intensa e poetica descrizione della città da parte di una donna innamorata di quei luoghi che ha vissuto, frequentato e amato. Cagliari è così, ti strega, nel bene o nel male e le parole della Mundula sono, oggi più che mai, attuali. Lascia spazio a tutto: dalle bellezze dell’architettura del paesaggio alla magia del mercato fino alla personalità dei cagliaritani, passando per i colori e i profumi che si possono vivere in città.

Di sicuro lei sarebbe stata un’autentica, fervida e brillante sostenitrice di una città accessibile, pulita e aperta al mondo. 

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Chi era Mercede Mundula

Poetessa e critica letteraria, nacque il 1°marzo 1890 a Cagliari. Si trasferì a Roma dopo il matrimonio, avvenuto nel 1912. Qui entro in contatto con diverse personalità frequentando i salotti letterari, nello stesso momento comincio a pubblicare poesie e saggi sulle riviste e sui quotidiani dell’epoca, riscuotendo immediato successo.

Del 1918 è il suo esordio da critico letterario per il quotidiano romano “Il Tempo”, con uno studio sui personaggi femminili nell’opera di Grazia Deledda.

Valerio Deidda