Canti di storia, canti di passione

Far uscire un disco nel pieno dell’emergenza che abbiamo vissuto tra marzo e maggio è una mossa coraggiosa.

Se poi il cd è una raccolta di canti di lotta e sociali allora, secondo noi, il coraggio è doppio.

Oggi vogliamo parlarvi di “Canti rossi”, nuova fatica del cantautore parmigiano Rocco Rosignoli, prodotto dallo stesso artista con il sostegno dell’Anpi di Parma, del prestigioso Istituto Ernesto de Martino, Sophionki Records e lo studio in rosso e uscito ad aprile di quest’anno.

Una quindicina di brani che spaziano dalla tradizione popolare (da Gorizia a Bella ciao) ad altri celebri titoli della canzone di lotta e sociale (Citiamo solo “Rosso un fiore”  di Della Mea e “Una storia già detta” di Amodei), passando per alcuni omaggi al canto anarchico (“Il galeone”, “Sante Caserio”).

Una raccolta in cui emerge però soprattutto un brano, “Gappisti”, dello stesso Rosignoli. È forse la pagina che più sorprende per freschezza e potenza espressiva.

Una conferma delle capacità autoriali del musicista di Parma (oltre che cantautore è anche polistrumentista) che già ci aveva piacevolmente stupito nei precedenti album “Uomini e bestie” (2011);“Testuggini” (2013); “Scansadiavoli” (2015) e “Tutto si dimentica” (2019).

Ricordiamo che Rocco Rosignoli vanta già numerosi riconoscimenti.

Ha ricevuto il Premio della Critica al 24° “Concorso Nazionale per Cantastorie Giovanna Daffini” nel 2018 e nel 2017 il Premio della Giuria nel medesimo concorso. È stato vincitore del premio della critica “Musici e poeti” di Radio Città Fujiko nel 2014. Nel 2008 è stato finalista ai concorsi nazionali” MusicaControCorrente” e “Botteghe d’Autore”.

Si occupa anche di musica ebraica (è del 2018 “Shir”, disco dedicato a canti e danze di matrice ebraica).

È anche autore di alcuni apprezzati libri di poesie.

Perché consigliamo l’acquisto e l’ascolto attento di “Canti rossi”? Soprattutto per la freschezza con cui sono stati proposti brani molto noti del canto di lotta.

Capita spesso di ascoltare riproposizioni del repertorio popolare e sociale che nulla aggiungono – anzi spesso sono brutte copie di versioni storiche – a quanto già detto dai grandi padri del “folk revival” (Nuovo Canzoniere Italiano” solo per citare il gruppo più conosciuto).

Questo nuovo disco invece si caratterizza proprio per il buon livello dell’esecuzione.

Con una cifra stilistica semplice ma al contempo efficace Rocco Rosignoli cesella queste celebri melodie con grande cura e rispetto. Un piacere all’ascolto.

Chiudiamo con l’ascolto del brano, di cui già abbiamo parlato, “Gappisti”. Abbiamo scelto proprio questo per l’efficacia e la potenza del pezzo che, già da solo, vale l’acquisto dell’album.

Roberto Deiana

Foto: Immagine di copertina del disco (pubblicata su concessione dell’autore).