Che paura la cultura

Stavolta nessun giro di parole. Parlerò in modo diretto, in prima persona, in barba a tutte le regole base della comunicazione.

Questa settimana avrei potuto parlare di musica, di film, di arte, ma la più becera cronaca mi richiama alla realtà.

Solo pochi giorni fa, per la seconda volta in meno di un anno, una libreria è stata vandalizzata e i libri bruciati. Quanto vi racconto, lo avrete letto forse nei giornali, è avvenuto in quartiere di Roma. La Pecora elettrica, questo il nome della Caffetteria libreria, si è sempre dichiarata “antifascista”.

Scrivo indignato!

A questo siamo tornati?

A bruciare i libri solo perché chi li porge sostiene i valori di libertà e tolleranza?

La riapertura era prevista per il 7 novembre, dopo un periodo di lavori dovuti alla prima vandalizzazione del 25 aprile (coincidenza?).

Non ha potuto riaprire! La notte del 5 novembre il nuovo episodio criminale.

Il giorno dopo mi ha colpito – almeno questo – il corteo spontaneo di residenti che dalla piazza del quartiere sono andati, in solidarietà, sino alla libreria per comunicare la loro vicinanza!

Non so voi, ma io credo che bruciare i libri sia uno dei gesti di maggior inciviltà possibile.

È questo ciò a cui andiamo incontro? Il nostro nuovo futuro: censura e roghi?

Una brutta storia già accaduta fatta di violenza ed ignoranza.

Chiudo con una famosa citazione di Antonio Gramsci (anche qua il riferimento, ovviamente, non è casuale!):

“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”.

Foto di Mystic Art Design da Pixabay

Roberto Deiana