IL MIO LAVORO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Ogni mattina c’è chi si alza, si prepara  si mette la divisa, sale in macchina, si reca a lavoro… un lavoro fuori sede…

Si attraversano  paesi per recarsi nei vari domicili dove abitano persone che hanno bisogno di assistenza. 

Di chi sto parlando?

Degli operatori socio sanitari, comunemente chiamati Oss, che lavorano nell’assistenza domiciliare.

Io sono uno di quelli, sono una oss qualificata che ogni mattina indossa la sua divisa, prende la macchina, perché lavora fuori sede… 

Si va con la volontà di far bene il proprio lavoro, con la speranza che il cosiddetto utente (permettetemi di chiamarlo ora nonnino) stia bene o, meglio, che in quell’ora a dedicata a lui si possa farlo sentire meglio…

Ogni giorno ti aspetta per un sorriso, per una stretta di mano, per una parola buona, per liberarsi dalle paure, per sfogarsi, ed anche per parlarti male (ci sono anche loro).

In questo periodo di grandi cambiamenti, regole, paure di contagi dovuti a quel piccolissimo esserino, chiamato virus, che ci sta distruggendo, i nonnini sono la categoria più a rischio, perciò ogni giorno come ti rechi da loro hai un’ansia in più:
mi sono coperta bene la bocca, il naso con la mascherina, messi i doppi guanti, in caso non si rompano, disinfettato bene tutto, preso il foglio per poterti spostare? Sì ho tutto posso andare anche oggi a compiere il mio dovere… 

Per concludere vi racconto una cosa che mi è successa qualche giorno fa… la prima volta che la nonnina mi vedeva con la mascherina, mi ha guardato e mi ha detto: ma così non si vede il tuo sorriso!

Fatti vedere bene:  sorridono gli occhi!!

Ecco questo è il mio lavoro…

Andrà tutto bene

Alice kikki