La Natura come terapia per il nostro benessere

Fare delle esperienze naturalistiche rigenera le persone.
Il mare, i prati, il bosco, le montagne e in generale gli scenari naturali hanno il potere di farci sentire meglio in breve tempo, sia a livello fisico che mentale.

Secondo la teoria del recupero da stress (Restorativeness), la natura e i suoi elementi promuovono il benessere psicofisico, migliorando il recupero quando ci si trova in situazioni di stress psicofisiologico.
Da diverse ricerche è emerso come il recupero è più veloce e completo quando i soggetti sono esposti a paesaggi naturali invece che a paesaggi urbani. Inoltre, è stato rilevato come le immagini in cui è presente l’elemento acqua abbiano una positiva influenza sullo stato psico-emotivo delle persone. La visione di un ambiente naturale favorisce l’emergere di sentimenti positivi, la scomparsa di emozioni negative e aumenta la resistenza agli stress psicofisici da parte degli individui.

Kaplan e Kaplan (1995) hanno sviluppato l’Attention Restoration Theory; questa teoria dichiara che l’ambiente naturale migliora l’attenzione, la creatività, la vitalità e l’autostima e riduce in maniera significativa ansia, depressione e rabbia.

Ma qual è la “dose” perfetta per questa terapia naturale? Secondo lo studio di University of Exeter Medical School bastano solo 2 ore a settimana per aumentare significativamente la salute e il benessere, e non c’è bisogno neppure di camminare.
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports valuta i benefici della “ecoterapia”. Il fatto che ha stupito i ricercatori è che è valido per tutti: giovani, anziani, ricchi, poveri, cittadini, popolazione rurale ecc. Perfino per chi soffre di patologie o disabilità: le persone si sentivano più felici e sani dopo un’esperienza naturalistica. Inoltre, non importava neppure che le due ore nella natura fossero continuative, bastava anche fare vivere i boschi, i parchi, il mare ecc. in visite più brevi raggiungendo il totale minimo di due ore nel corso della settimana.

Joe Dispenza (uno dei più grandi esperti mondiali su fenomeni cerebrali) asserisce che studi clinici hanno dimostrato che immergersi per 2 ore al giorno nei suoni della natura, riduce fino all’800% gli ormoni dello stress e attiva 500-600 segmenti di DNA, capaci di curare e riparare il corpo”.

Il dottor Zarr (il suo approccio medico segue il programma Healthy Parks Healthy People US, lanciato nel 2011) prescrive passeggiate nella natura anziché medicine sostenendo che bisogna provare a vivere in modo più attivo e sano per sentirsi bene.

La ricerca pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences, ritiene che passare del tempo immersi nella natura, riduca sostanzialmente il numero e la frequenza dei pensieri negativi che gli individui sperimentano in generale. L’escursionismo blocca il pensiero negativo e ha effetti calmanti, e in generale aumenta la potenza cerebrale.
La ricerca della University of British Columbia rivela che l’esercizio aerobico aumenta il volume dell’ippocampo, che è la sezione del cervello correlata alla memoria spaziale ed episodica.
Quindi, questo tipo di esercizio può effettivamente prevenire (e/o ridurre) la perdita di memoria.
Camminare senza tecnologia migliora la creatività e le capacità di risoluzione dei problemi.
Secondo uno studio condotto dagli psicologi Ruth Ann Atchley e David L. Strayer il collegamento con la natura, anziché la tecnologia, aumenta notevolmente le capacità delle nostre menti.

La ricerca di Frances E Kup, Ph.D., Andrea Faber Taylor e Ph.D., rivela che i sintomi dell’ADHD sono notevolmente ridotti quando i bambini si impegnano in “attività outdoor verdi” con regolarità.

Sulla base di queste evidenze scientifiche (e in effetti, ripensando alle nostre esperienze personali) sarebbe auspicabile trascorrere maggior tempo lontano dagli stress quotidiani e cittadini e ritagliarsi periodicamente momenti di relax immersi nel verde, senza dimenticare di rispettare il contesto naturale, prendersene cura, non disturbare il suo corso e i suoi animali e accoglierne i preziosi benefici.

Nicola Mura