Progresso – alcune seconde vite della plastica

L’Italia è il secondo paese dopo la Germania per produzione di plastica in Europa che, a livello mondiale, è seconda solo alla Cina. La raccolta e la “trasformazione” del materiale può creare lavoro, sostenibilità e innovazione. La plastica, ormai additata come nemico principale della sostenibilità, se entra nel sistema di recupero può essere riutilizzata, senza che la sua presenza vada a impattare sull’ambiente, con sistemi di raccolta mirati e con plastica che non deriva più dalla trasformazione del petrolio ma dai rifiuti.

Da anni ormai si innovano e personalizzano le materie plastiche riciclate al 100% per vari settori: da quello automobilistico e ferroviario al mercato della grande distribuzione organizzata, realizzando così soluzioni per trasformare gli scarti plastici in nuovi prodotti, curando l’aspetto tecnologico che va dalla formulazione del materiale alla progettazione del nuovo prodotto in un’ottica di economia circolare.

Di seguito, alcuni gran begli esempi innovativi relativi alle seconde vite della plastica.

Alcuni scienziati della University of Portsmouth hanno pubblicato i risultati di una ricerca sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Hanno creato per sbaglio un nuovo enzima mangia-plastica che degrada una bottiglia in 96 ore (stavano analizzando un enzima mutante, il PETase, scoperto dai giapponesi e in grado di digerire la plastica, ma troppo lentamente). 

L’Ocean Array Cleanup è un tubo lungo 600 metri che crea una specie di insenatura artificiale la quale, sfruttando le correnti, attira i rifiuti di plastica che galleggiano sulla superficie dell’acqua e che vengono poi recuperati dal mare da appositi vascelli. Di seguito il link che mostra il funzionamento.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sta studiando una resina di canapa, ottenuta dall’olio, che potrà essere utilizzata in diverse applicazioni come nuove tavole da surf, arredo o in nautica. La canapa dunque si conferma sempre di più come una risorsa ecologica e biocompatibile e si pone come alternativa futura anche per le plastiche tradizionali.

LEGO ha reso nota l’intenzione di utilizzare bioplastiche ecologiche e di origine naturale per fabbricare i suoi mattoncini da costruzione. La priorità dell’azienda è focalizzata verso il rispetto per l’ambiente.

Tre aziende con base nei Paesi Bassi hanno dato il via a un progetto che prevede la realizzazione di un manto stradale creato esclusivamente con plastica riciclata. Il nuovo asfalto in plastica dovrebbe avere una durata molto più elevata rispetto a quello attuale, una stesura più veloce e una manutenzione più semplice.

Una nuova tecnologia tutta italiana per la prima volta testata a Roma sull’Ardeatina.


Un nuovo materiale “supermodificante al grafene” (Gipave) è un ingrediente che permette di migliorare le prestazioni dell’asfalto, rendendolo più resistente, antismog, antighiaccio, e inoltre aumenta la resistenza delle strade al passaggio delle auto e riduce il ‘graffio’ degli pneumatici, andando quindi ad aumentare la vita utile dell’asfalto.

Ecco il video sulle strade create con plastica riciclata

Lo studio di design olandese The New Raw ha portato l’iniziativa Zero Waste Lab a Salonicco per estendere alla città greca il progetto di Print Your City: una installazione di arredi urbani realizzati con la plastica raccolta dalla comunità stessa, adeguatamente trattata e utilizzata come materiale per la stampa in 3D delle sedute.

Cinque panchine e un gioco realizzato dalla plastica proveniente dalla raccolta differenziata di Castiglion Fiorentino.

Borse vegane: niente pelle di animali ma nemmeno niente plastica “nuova” bensì un filato che nasce dalle bottiglie riciclate. Il brand LeBante.

Buste biodegradabili.

Buste biodegradabili usa e getta… che puoi anche bere!

Le case di Diaz (un’ex avvocatessa) sono costruite come normali appartamenti; l’unica differenza è che, al posto dei mattoni, vengono utilizzate bottiglie di plastica e di vetro (i mattoni, infatti, sono troppo cari per la popolazione di Santa Cruz). Le bottiglie vengono prima riempite di terra o sabbia, per renderle più resistenti, e poi sono unite tra loro con del cemento. Diaz ha calcolato che per ogni metro cubo occorrono circa 212 bottiglie. L’ex avvocatessa costruisce case con bottiglie di plastica per le persone che non possono permettersi i mattoni.

È stato siglato un accordo tra Eni e Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) per produrre biocarburanti dalla plastica non riciclabile. È stato così costituito un gruppo di lavoro congiunto che valuterà l’avvio di progetti di ricerca per produrre idrogeno e biocarburanti di alta qualità da rifiuti plastici.

La macchina che trasforma la plastica in carburante.

Quattro innovativi modi con i quali le persone riutilizzano la plastica.

L’utilizzo della plastica è ormai uno dei grandi problemi legati all’inquinamento e al benessere ambientale. Oggi vi abbiamo accompagnato in un viaggio per il blog Ambientiamoci alla scoperta di alcune belle realtà relative alle seconde vite della plastica.

Nicola Mura