Rovistando tra nuove forme di viaggio.

Sono ormai mesi, settimane e non più solo giorni che siamo a casa e, benché un po’ si riprenda a vivere la quotidianità persa, la possibilità di viaggiare alla scoperta di territori, culture e paesaggi nuovi ancora non si vede all’orizzonte. Ecco perché abbiamo pensato, noi di guide di contastorie, di cambiare rotta e portarvi alla volta di terre, racconti e voli che non necessitano di autorizzazione, che sono accessibili a tutti e che non hanno bisogno di grandi organizzazioni ma solo di un pizzico di fantasia. Perché, al momento, le uniche avventure concesseci sono quelle mentali.

Attraverso l’immaginazione si può viaggiare nel tempo, nello spazio, nei sogni, all’interno di un’opera d’arte. Anche film e libri ci trasportano a vivere la vita di qualcun altro, le esperienze, le emozioni e le scelte di altri. E tra i tanti cult della letteratura (e poi del cinema) fa al caso nostro Il meraviglioso mago di Oz. Tutti noi conosciamo la storia della protagonista, anche se magari non abbiamo letto il racconto di Frank Baum. Dorothy, in compagnia del suo cane Totò, si trova catapultata in terre sconosciute e stravaganti ed è costretta da una serie di eventi a recarsi alla città di Smeraldo al cospetto di Oz. Durante il suo peregrinare la compagnia si fa sempre più numerosa e variegata, contando un leone senza coraggio, uno spaventapasseri senza cervello e un taglialegna di latta senza cuore. Ognuno dei personaggi affronta il viaggio per ottenere ciò che più brama e che lo rende insoddisfatto e triste. Chissà noi che personaggio saremmo stati e per quale desiderio avremmo sfidato scimmie e streghe cattive!

Comunque tutti, alla fine, ottengono quello che hanno. Beh, quasi tutti! Già perché, se ci riflettiamo, Dorothy non desiderava niente di più di quanto già non avesse. A lei è stato concesso di tornare a casa, senza che nulla fosse cambiato. Ma, sempre se ci soffermiamo a riflettere, proprio l’avventura che ha vissuto è stata la sua conquista.

Benché lo scrittore stesso introduca il suo racconto sostenendo di non voler dare alcuna morale alle sue parole, alla fine ognuno di noi trae le riflessioni e il messaggio che quelle stesse parole gli hanno ispirato.

Foto di repertorio di wikipedia.

Isabella Atzeni