Era appena una ragazza quando il padre le regalò un registratore.
Fu con quello strumento che, ancora giovanissima, cominciò a raccogliere i canti della campagna toscana.
Parliamo di Caterina Bueno, una delle più importanti figure del cosidetto “Folk Revival” degli anni ’60 in Italia. Caterina raccoglieva, dai canti di lavoro a quelli d’osteria passando per i canti anarchici tanto diffusi in Toscana, riproponendo poi lei stessa, in prima persona, quei versi e quelle melodie. Un’importantissima testimonianza sonora di un mondo che andava sempre più scomparendo assorbito e schiacciato dallo sviluppo. Caterina Bueno prese parte agli spettacoli del Nuovo Canzoniere Italiano, registrò per i Dischi del Sole, soprattutto cantò i canti del popolo al popolo!
UN POETA CON LA CHITARRA
Quest’oggi vogliamo parlare di Russia. Nello specifico di musica russa.
E lo facciamo partendo da una pubblicazione, addirittura doppia, che l’editore Squilibri ha dedicato alla figura e alle canzoni di Bulat Okudzava.
Musicista non conosciutissimo in Italia, più popolare sicuramente per i suoi romanzi che per le bellissime melodie, Okudzava nacque a Mosca nel 1924 da padre georgiano e madre armena. Il padre morì fucilato nel ’37 come traditore, la madre fu internata per vent’anni nel Gulag. Ancora diciassettenne partì volontario in guerra. Ferito, poté provare sulla propria pelle l’orrore del sangue e della morte violenta.
LAVORAR CANTANDO
I tempi del lavoro, soprattutto nelle attività fisiche, erano scanditi da un ritmo preciso e costante.
Che fosse coltivare la terra e tirare le reti in mare, ai fini del ritmo, poco importa. Era il lavoro a dettare il tempo. E per mantenere a regime il proprio lavoro spesso, in passato, il canto diventava un elemento d’aiuto. I canti aiutavano a seguire l’andamento fisico.
CON OCCHI D’ARTISTA
“L’artista è colui che ha una costante percezione alterata della realtà”.
Con questa sua frase di grande acume vogliamo cogliere l’occasione per omaggiare la figura e il lavoro di Andrea Camilleri. Come tutti sappiamo recentemente ha lasciato questo nostro mondo. Come per le grandi personalità, la morte fisica non è che una contingenza: l’opera dell’artista resta a testimoniare con la sua presenza la personalità del suo autore. E la sua definizione di Artista ci costringe a riflettere.
Leggi tutto “CON OCCHI D’ARTISTA”NOTTE DI STELLE
Si avvicina Perseidi, il 10 agosto… le stelle cadenti. E noi parliamo di melodramma.
E che ci azzecca, direte voi. Ci azzecca ci azzecca.
In una notte di giugno dell’anno 1800 un carcerato, guardando le stelle da Castel Sant’angelo a Roma, rievoca i momenti d’amore con la sua donna, in una notte esattamente come quella, notte in cui “lucevan le stelle”.
IL RIFLESSO
proponiamo un racconto di Roberto Deiana uscito nel sito RadioOndeCorte nel marzo 2018.
In un punto indefinito di un Paese fatto a forma di stivale viveva un uomo. Quest’uomo, che per comodità chiameremo Oreste, trascorreva la sua vita con grande attenzione. Era sempre ben rasato, curato, e soprattutto sempre informato. Leggeva i quotidiani, la mattina ascoltava sempre il giornale radio andando a lavoro e, durante i pasti, non poteva mancare la compagnia di un telegiornale in TV. L’uomo Oreste, giorno dopo giorno, osservava il mondo muoversi intorno a lui.
Leggi tutto “IL RIFLESSO”La rosa
Quando tutto intorno a noi sembra decadenza, quando la bruttura pare stia per soffocarci e, ovunque vada, il nostro sguardo non trova che chiusura e mediocrità, è in quel momento che giunge – provvidenziale – un raggio di luce in soccorso.
Tra sporcizia, miseria dell’animo e ottusità la vista si posa, del tutto inaspettatamente, su una rosa nel massimo della sua fioritura. Eccola, la bellezza verso cui tendere! Una rosa. I petali leggeri come seta, intrecciati uno sull’altro come a comporre una corona evanescente. Le punte leggermente reclinate, come nel tendersi verso una ancor maggiore fioritura.
Leggi tutto “La rosa”POTERE E IGNORANZA – MACBETH
No, noi non possiamo accettare che l’ignoranza divenga un vanto!
In passato era la conseguenza di una condizione sociale di subalternità, uno status da cui solo con enorme sforzo e volontà era possibile riscattarsi.
Ma la società odierna è profondamente cambiata rispetto a quella raccontata dal libro Cuore di De Amicis o di cui Pasolini ha testimoniato il tramonto nelle sue opere.
COME UNA CORDA PAZZA
“Fu del mondo, ad ogni tratto, lo spavento e la paura; fu per lui la gran ventura morir savio e viver matto.” (Cervantes – Don Chisciotte della Mancia)
Follia e libertà. Libertà è avere un orizzonte da guardare. Tensione dell’altrove.
Utopia. La meta di un viaggio che, ancora e ancora, fugge allo sguardo.
Leggi tutto “COME UNA CORDA PAZZA”